mercoledì 2 maggio 2018

RECENSIONE + INTERVISTA: "Gli Eroi Perduti. Le mura di Cartavel" di Simone Laudiero

Buondì!
Prima di mostrarvi il WWW, ci tenevo a parlarvi di questo fantasy italiano, con tanto di intervista all'autore. Vorrei anche ringraziare Piemme per la bellissima chiacchierata con Simone.




Titolo: Gli Eroi Perduti. Le mura di Cartavel
Autore: Simone Laudiero
Casa editrice: Piemme
Data d'uscita: 17 aprile 2018
Pagine: 312
Prezzo: €16,00 (ebook €6,99)

TRAMA

C’è un canto che risuona da millenni nei paesi affacciati sulla Croce Azzurra. È Il lamento degli eroi perduti, i paladini che hanno sconfitto le creature venute dal mare dando origine all’Era degli Uomini.
Ora le stesse terre salvate dagli eroi sono sotto il dominio di una terribile potenza: Sarmora, che ha creato uno sterminato impero grazie all’itri, una sostanza capace di rendere invincibili in battaglia. Solo Cartavel separa Sarmora dalla conquista del grande mare di mezzo, eppure la città resiste, protetta dalle sua mura inespugnabili. Inutili sono gli assalti della flotta sarmoriana, che da due anni la cinge d’assedio e che ora ripone le sue ultime speranze nell’Isola di Ferro, la più spaventosa nave da guerra mai costruita. Quando il varo è alle porte, però, voci di un imminente sabotaggio minacciano la riuscita dell’impresa. Sarà la coraggiosa e ingenua Rovaine a doverlo sventare, in una missione in cui il suo destino si intreccerà a quello di altri inconsapevoli eroi: Ronac, indomita cercatrice di tesori, Sahon, saggio tutore del futuro sovrano, e il giovano Asul, che dovrà sfuggire alla morte per consegnare una lettera in grado di salvare il mondo.

RECENSIONE

Simone Laudiero ha dato inizio a una nuova saga fantasy, ma stavolta l'ambientazione non è quella dei lontani paesi nordici, quanto quella del nostro Mediterraneo. Un fantasy quindi nostrano, più vicino a noi, anche se situato in un periodo storico simile a quello medievale. 

Questo primo libro non è altro che l'inizio di un'avventura che continuerà nei successivi volumi (non si ha ancora un numero preciso, ma probabilmente 3 o 4), e che quindi serve a presentare al lettore i personaggi e i diversi luoghi. Siamo a Cartavel, una città che grazie alle sue mura resiste da anni agli invasori, ma la potente Sarmora, città governata dai Re con l'itri, ovvero una sostanza che li rende molto più forti, ha un piano per conquistarla, che coinvolge l'Isola di Ferro, una nave enorme e imbattibile.
La storia è narrata da quattro personaggi: abbiamo Ronac, una ragazza di circa 20 anni che sogna di diventare una Rassin, ovvero una cacciatrice di tesori che va alla ricerca di tombe nascoste per impossessarsi delle loro ricchezze. In questo libro finisce spesso nei pasticci per trovare la tomba di Greno, uno degli antichi Eroi Perduti vissuto secoli prima, che guarda caso si trova proprio nelle mura di Cartavel. Poi abbiamo Rovaine, una ragazza che deve indagare su un possibile sabotaggio dell'Isola di Ferro da parte dei Cani Neri, degli opponenti all'uso dell'itri da parte dei sovrani di Sarmora. Sahon è un anziano tutore che da anni si occupa di istruire ed educare il futuro re di Sarmora, e infine Asul, un giovane che dovrà compiere un lungo viaggio per portare proprio a Sahon un messaggio che potrebbe salvare il mondo intero, senza sapere che questo viaggio sarà irto di pericoli.

Ci ho messo un po' a immergermi nella storia, perché dovevo imparare a conoscere il mondo creato da Laudiero e i personaggi, ma una volta superata la metà e dopo aver assistito alle prime interazioni tra di loro, la lettura è diventata più rapida e scorrevole, anche perché gran parte dell'azione è situata nella seconda metà del romanzo, che contiene anche qualche colpo di scena. 
Nonostante sia un libro che possa essere letto anche dai ragazzi, lo stile di scrittura non per questo è semplificato: le descrizioni sono molto dettagliate ed è evidente la ricerca accurata dei termini usati dall'autore. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, anche se sono sicura che impareremo a conoscerli ancora meglio nei prossimi volumi, che saranno sicuramente carichi di azione e colpi di scena. Divertentissime anche le imprecazioni usate dai nostri eroi, che invece di essere in italiano sono nella loro lingua e che quindi mi hanno lasciato spesso il sorriso sulle labbra.
Vi consiglio la lettura del prequel prima del volume vero e proprio. Si tratta di un libricino di circa 90 pagine che potete trovare in cartaceo a €1,90, oppure anche in ebook a €0,99. Leggendolo prima capirete meglio alcune vicende :)

Quindi, per essere un volume introduttivo è riuscito a catturarmi e ha lasciarmi addosso quella curiosità che mi permetterà di leggere subito il secondo volume, non appena uscirà. 
Dalla mia chiacchierata con Simone, ho capito che il fantasy è un genere che ormai gli scorre nelle vene, e credo proprio che con "Gli Eroi Perduti" lo abbia dimostrato.


Il mio voto:





Intervista a Simone Laudiero


Ho avuto il piacere di porre qualche domanda a Simone, perciò guardate questo breve video in cui racconta come è nato il romanzo e poi venite a scoprire cosa gli abbiamo chiesto ;)




I tuoi personaggi non sono usuali, da dove sono nati? Hai scelto di renderli così inusuali o sono nati spontaneamente?
Io ho cominciato a leggere fantasy in terza elementare e non ho più smesso, passando anche dal cinema, i videogiochi e i giochi di ruolo. Il fantasy è un genere molto derivativo, non è il genere dell'innovazione per eccellenza, quindi una volta che si scopre un'idea che piace, come la principessa che di notte si traveste ed esce sui tetti, escono mille romanzi così. Quindi, quando alla fine sono arrivato a farlo in età quasi adulta, dopo averlo sognato da sempre, mi sono posto come obbligo morale quello di fare dei personaggi che fossero sempre un po' diversi da quello che ci si aspetta. Inoltre, un'altra questione fondamentale di scrivere questo fantasy mediterraneo è di farlo un po' più leggero, personaggi più simpatici e scanzonati. 

Siccome hai voluto portare il nostro mare mediterraneo nel fantasy, c'è l'idea di volerti riallacciare a quella che in fondo è la nostra prima forma di fantasy, la mitologia greca?
Credo che sia tutta una questione di stile. Le spade, i mantelli e gli abiti in pelle, tipici dell'ambientazione nordica, attirano di più il pubblico rispetto alle tuniche, ai sandali e agli elmi dorati, anche se sono più adatti all'ambientazione mediterranea. Ormai è un pensiero troppo radicato e difficile da estirpare.


Come nasce l'idea di voler portare il potere dell'Itri all'interno della storia? 
È un'idea che mi è venuta almeno 15 anni fa e credo che derivi dall'energia Mako di Final Fantasy VII. Poi mi serviva un meccanismo per ricreare la metafora della guerra per il petrolio che c'è oggi, e che alla fine è un serpente che si mangia la coda. Nel prossimo libro si scoprirà qual è la funzione dell'Itri. E poi mi piaceva l'idea che ci fosse qualcosa che da sola giustificasse questa potenza militare che fa paura e che sembra inarrestabile, qualcosa che generasse da sola mille storie. 

Visto che sono tutti molto particolari, come hai scelto i nomi dei personaggi e dei luoghi?
È un misto di tutto: c'è una consapevolezza nel fatto che nei inglesi sono più belli di quelli italiani, dev'esserci una sensazione di esotico, di meraviglioso che ti attira. Se tutto sembrasse troppo vicino, non attira. Non c'è però solo l'inglese, quindi ci sono nomi che sembrano arabeggianti, dei richiami a qualcosa di familiare, riconoscibile, ma che allo stesso tempo sembri di un altro mondo, un equilibrio difficile da realizzare. Sarmona e Cartavel sono Roma e Cartagine.
Ronac è un nome curdo, di un'amica di un mio amico, che mi ha colpito sin da subito. 

C'è qualcosa dei tuoi numerosi viaggi che ti ha influenzato particolarmente?
Sicuramente è rendermi conto del fatto che il Mediterraneo è un unico posto. Ci sono cose nelle diverse culture che sono similissime, per certi versi il mare non è una barriera.
Ci sono città sul mare che hanno ispirato molto quelle del romanzo, ad esempio in Marocco, in Israele.

Hai un autore fantasy preferito in assoluto?
Sicuramente Tolkien è il migliore, ha inventato tantissimo. A sedici anni impazzivo per Tad Williams che è diventato uno delle ispirazioni principali di George R.R. Martin. E poi senza dubbio quest'ultimo, che ha portato un discorso sull'antieroismo: prende la figura dell'eroe e la distrugge, ogni singolo pezzo del genere e lo cambia. 






Che ne pensate? Vi ispira un po'? Fatemi sapere!

A presto,
Silvy

1 commento:

  1. Che bella recensione! Mi hai proprio fatto venire voglia di leggero! Lo metto subito in WL.
    Non sono per nulla intimorita dalla lunghe recensioni dettagliate e se ci sono termini particolari ben venga. Da grande lettrice di romanzi fantasy adoro queste cose. Invece, com'è il ritmo narrativo del romanzo?

    RispondiElimina

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